martedì 10 marzo 2020

NIENTE PANICO (PER FAVORE)!

"Per me si va ne la città dolente,
per me si va nell'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la divina podestate,
la somma sapienza e 'l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate".
Queste parole di colore oscuro
vid'io scritte al sommo di una porta;
per ch'io: "Maestro, il senso lor m'è duro".
Ed elli a me, come persona accorta:
"Qui si convien lasciare ogne sospetto;
ogne viltà convien che qui sia morta.
Noi siam venuti al loco ov'i' t'ho detto
che tu vedrai le genti dolorose
ch'hanno perduto il ben de l'intelletto".
………..
 
Divina Commedia Inferno III  (1 -18)
 
 
Ebbene, ci siamo, l'Italia è entrata in "quarantena" e, tra il turbinio di notizie che ormai "ingolfano" i mezzi di comunicazione, i crolli di Borsa, e l'isteria di alcuni, che fuggono dalle zone d'isolamento, ed altri che assaltano i supermercati; forse sarebbe utile a tutti (almeno per una volta) prendersi un sano momento di riflessione, per non cadere veramente nell'inferno di sentimenti e atti sconsiderati.
Ma, se non riusciamo a mantenere la calma in un momento che certamente è difficile, facciamoci, allora, aiutare da chi, come Dante Alighieri, ha affrontato la paura e il dolore umano prima di noi. Seguiamolo, sino all'incontro con l'essenza stessa del male, nella sua enormità e mostruosità, nella paura di non poterne uscire, e attraversiamo insieme, il percorso accidentato che ci porta fuori, in un nuovo mondo!
 
Lo Duca e io per quel cammino ascoso,
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d'alcun riposo,
salimmo sù, el primo e io secondo.
tanto ch' i' vidi de le cose belle
che porta il ciel, per un pertugio tondo.
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
 
 
Inferno xxxiv (133 - 139)
 

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